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Cos'è il Cotone?

Cos'è il Cotone?

Grazia De Angelis |

Il tessuto di cotone si ottiene tessendo filati di cotone ricavati dalla peluria che ricopre i semi di una pianta della specie Gossypium. Con il termine tessuto cotone generalmente si intende indicare non solo tessuti fatti a telaio, ma anche magline e jersey.

 

  • La fibra di cotone ha un comportamento anelastico. La resistenza meccanica è influenzata dalla presenza dell’acqua: le fibre umide sono più tenaci di quelle secche;
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  • all’aria presenta buona stabilità;
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  • a contatto con la fiamma brucia molto facilmente lasciando della cenere bianca;
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  • lascia sulla pelle una sensazione di freschezza.
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    Caratteristiche tecniche tessuto Cotone

      • Caratteristica principale: elevata capacità di assorbimento;
     
      • Mano: morbida
     
      • Lavaggio: 60° – il cotone può essere lavato a mano o in lavatrice senza particolari problemi in quanto allo stato umido migliora la sua resistenza; occorre evitare l’asciugatura alla luce diretta del sole perché indebolisce e ingiallisce la fibra.
      • Utilizzo: abbigliamento e arredamento;
                     
     
    • Composizione: composto al 95% di cellulosa.

    Nella foto si può osservare la cosiddetta bambagia, cioè l’insieme dei filamenti che avvolgono i semi e che, una volta raccolti e lavorati, danno origine ai tessuti in cotone. Indicativamente, ogni pianta di cotone produce dai 200 ai 500 frutti, pari a circa 2/5 kg di fibra grezza. Dal punto di vista biologico, i peli del cotone hanno lo scopo di facilitare la dispersione dei semi tramite il vento. I semi del cotone, una volta allontanati dalla bambagia, vengono sottoposti a pressione o a estrazione con solventi per ottenere l’olio di cotone, impiegato nell’alimentazione umana e animale, ma anche per la produzione di saponi e candele. Ciò che resta dei semi dopo l’estrazione dell’olio trova impiego nell’alimentazione del bestiame.

    Il Cotone si otteneva in passato mediante lavorazione con strumenti di legno o a mano. Dopo aver preso la capsula del cotone dalla pianta omonima si ricavava un gomitolo di filamenti che veniva trattato e lavorato prima di essere inviato alle industrie tessili. Il cotone, il cui termine deriva dall’arabo katun ovvero terra di conquista già presente prima del secondo millennio a.C. in India ed anche in Perù, fu introdotto prima in Sicilia nel IX secolo e poi in tutta l’Europa.

    Nel IV secolo a.C. Alessandro Magno aveva fatto di Alessandria il più importante centro di smistamento verso l’Europa del cotone indiano di pregiatissima qualità. Con la conquista della Spagna da parte degli Arabi vennero introdotte anche in Europa le tecniche di filatura e tessitura, oltre alla coltivazione del cotone che però si interruppe agli inizi del Seicento a seguito della cacciata dei Mori. A quel punto fu il Portogallo che si prese lo scettro di importatore principale del nobile cotone indiano. Intanto i secoli passano e in Inghilterra, fra il XVIII e il XIX secolo, inizia la rivoluzione industriale che vede concentrarsi nel Regno Unito la produzione di tessuti e filati. Da qui all’esportazione di tecnologie di coltivazione e di lavorazione verso le Americhe il passo è breve.

     

    I tessuti di cotone sono ampiamente utilizzati sia nel campo dell’abbigliamento che in quello dell’arredamento:

      • denim, utilizzato per fare jeans
     
      • chintz, stampato e di mano lucida.
     
      • spugna, utilizzato per fare asciugamani da bagno;
     
      • seersucker, dalla superficie increspata;
      • tela bandera, usata per l’omonimo ricamo;
     
    • fustagno, utilizzato per gli indumenti da lavoro.